Da sempre L’arboreto - Teatro Dimora, luogo di protezione e fioritura dei processi creativi, è attento alla crescita e alla formazione della sua comunità di spettatori. In questo senso sono nate delle azioni volte proprio alla “coltivazione” di quel mestiere che ben precisa Marco Martinelli del Teatro delle Albe in Farsi Luogo
senza la sapienza degli spettatori non si va da nessuna parte. Nel farsi luogo è necessario coltivare il mestiere dello spettatore. Coltivarlo come co-autore indispensabile: se non vi saranno più lettori in grado di leggerla, che valore avrà la Divina Commedia [...] lo spettatore sapiente è capace di vero ascolto, capace di distrarsi allontanandosi dall’opera [...] 1
Libri, fotografie, la scuola elementare del teatro e della danza, il blog Sguardimora, D.E.A. Dimora Esposizioni d'Arte, Il pane quotidiano e Chiedi all'Artista: tutte queste azioni che potrebbero sembrare molto diverse fra di loro sono volte proprio alla cura di questa comunità provvisoria. La “formazione dello spettatore” è per noi un’azione di mediazione tra quelli che sono gli “agenti” principali del teatro: spettatori e artisti. Crediamo che sia necessario far ritrovare la bellezza del ruolo dello spettatore come parte integrante e fondamentale del teatro non tanto e non solo attraverso il suo mettersi in scena ma piuttosto nel suo essere vivo e presente oltre la scena per completarla. Cioè far si che lo spettatore si senta di nuovo TESTIMONE per rifarsi all’accezione di Grotowski
[...] il testimone non è chi mette il naso ovunque, chi si sforza di essere il più vicino possibile o di intromettersi in azioni degli altri. Il testimone si tiene lievemente in disparte, non vuole immischiarsi, desidera mantenersi lucido, vedere quel che accade, dall’inizio alla fine, e tenere a mente; l’immagine degli eventi dovrebbe rimanere dentro di lui. [...] 2
Crediamo che sia essenziale far ritrovare, usando le parole di Byung-Chul Han in La salvezza del bello, la necessità di una distanza contemplativa anche in criticità rispetto a molta arte che perde un po’ del suo essere nella negazione dell’altro e dell’alterità per far in modo che lo “spettatore” sia al sicuro, protetto in sé stesso e nella sua esistenza. Le nostre azioni di cura hanno invece l’intento di riportare lo spettatore a sentirsi parte fondante di questa comunità nel rispetto del suo ruolo e nel mantenimento di quella distanza contemplativa per far si che partecipando con lo sguardo possa
DISTRARSI
SPORCARSI
SENTIRSI
AVERE PAURA
BRUCIARSI
FERIRSI
ESSERE SEDOTTO
INNAMORARSI
VIVERE LA LIBERTA’ – di pensiero e di azione [...]
1 Marco Martinelli, Farsi Luogo. Varco al teatro in 101 movimenti, CuePress, Imola, 2017, pp. 22-23.
2 Grotowski citato da Marco de Marinis in Ripensare il Novecento, Paesaggi e spaesamenti, Bulzoni editore, Roma, p.24.