Data / Ora
18 Luglio 2024 - 27 Luglio 2024
Categoria
terzo periodo di residenza creativa per la ricerca e la composizione della nuova creazione di Violetta Cottini in collaborazione con Roberta Indolfi e Alessandra Indolfi
tutoraggio e accompagnamento artistico: Dewey Dell
progetto vincitore della quinta edizione di ERetici. Le strade dei teatri
Do fairies have a tail? è una domanda senza risposta, è un ambiente dove l’invisibile ha la possibilità di manifestarsi, un mondo inventato in continua relazione tra fantasia e realtà.
*Le fate esistono? Cos’è invisibile?*
L’invisibile può manifestarsi e dare vita ad un altrove? Che tracce lascia? Quali sono i suoi resti?
Creature notturne si aggirano nei tuoi sogni, riprese da una luce a infrarossi, i loro occhi sono l’unica cosa che riesci a vedere, cangianti come stelle, ti guardano, i contorni si sbiadiscono lentamente e tutto intorno a te si fa più ovattato, più possibile, dove ti trovi?
Questa indagine non è altro che un indovinello, un espediente per entrare tra le pieghe storte di altre dimensioni.
La creazione di un posto segreto come fulcro dell’azione scenica, verso tutto ciò che è piccolo, invisibile ed effimero e sulla volontà di riscrivere le proprie mitologie.
Ci muoviamo intessendo la nostra ragnatela luminosa, un processo di sensibilizzazione del come stiamo in relazione con il mondo e con i miraggi che incontriamo.
Secondo l’immaginario delle wunderkammer, collezioniamo, raccogliamo e assembliamo materiali e li mettiamo in relazione con l’ambiente.
Ci concediamo un tempo dove la dimensione ludico-magica si intreccia a quella concettuale, permettendo alle cose di manifestarsi. Cerchiamo un approccio con la materia, la costruzione di oggetti e luoghi per dare vita a uno spazio in continua trasformazione dove i sensi mutano e i corpi si ritrovano in posizioni inaspettate. Creature mutaforma le cui percezioni determinano lo spazio stesso in una relazione costante (umwelt) tra macro e micro.
Il lavoro sul corpo si sofferma su quelle che noi chiamiamo “parti mancanti”/ “parti fantasma”, sul ricordo o soltanto sull’immaginazione di esse, come se fossero prolungamenti ossei, cartilaginei. Una presenza e un’assenza che si scorpora e si scompone, ponendosi continuamente delle domande sulla fenomenologia delle percezioni, su come diventare, sparire, farsi piccole, immaginarsi altrove.
E se tutto questo fosse un portale? Cosa c’è una volta superata la soglia?
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