Data / Ora
10 Settembre 2025 - 20 Settembre 2025
Categoria
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Mia Habib
Progetto di residenza sviluppato nell’ambito di NID Platform – Bilateral Residencies Norway 2025 sostenuto da NID platform, MiC – Ministero della Cultura, ADEP/AGIS, ICC Istituto Italiano di Cultura Oslo, PAHN Performing Arts Hub Norway e Ambasciata di Norvegia a Roma
Per la Norvegia i partner coinvolti sono: BIT Teatergarasjen di Bergen, Fjelldansen Choreographic Center di Aurdal, DansiT-Choreographic Center di Trondheim, Dance Southeast Norway di Baerum
Per l’Italia i partner coinvolti sono gli associati ADEP: nonché componenti l’RTO L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fabbrica Europa di Firenze, Anghiari Dance Hub
La caverna, il bunker, il silo hanno assunto un nuovo significato e una nuova rilevanza negli ultimi anni. Si prospettano diversi scenari futuri ai quali molti nel mondo occidentale stanno cercando di prepararsi in vari modi. In questo periodo di rinascita della grotta, viene alla ribalta anche la consapevolezza di chi ha usato le grotte in passato. Perché non solo il rifugio ha acquisito una nuova rilevanza, ma anche l’idea di spazi condivisi, di spazi comunitari. Lo spazio per condividere qualcosa insieme.
Recenti ricerche su una serie di pitture rupestri in zone completamente diverse del mondo indicano che queste sono probabilmente legate a rituali magici e, in molti casi, a una scena di rituali collettivi che coinvolgevano trance, danza, sostanze psichedeliche e pratiche musicali utilizzate come pratiche spirituali. Pratiche in cui si potevano affrontare demoni interiori ed esteriori, in cui si potevano invitare altri mondi e forze, in cui si potevano aprire portali.
Psychedelic cave diventerà un pezzo di danza per uno spazio buio con il pubblico sparso nell’oscurità della grotta inscenata. Il pezzo insiste nel portare la grotta dei corpi in una trance profonda attraverso un’insistenza duratura di carne e suoni ad alta intensità e demoniaci. All’interno di questa caverna i tabù cessano di esistere; è un rituale che diventa un portale per il demone interiore – promettendo una transizione – guardando nel buio dell’oscurità finché non diventa luce e cessa di essere un nuovo inizio.È un’opera tutta al femminile. Una protesta forte e silenziosa. Cinque donne al buio. Si trasformano. Demoni. Animali. Forme del passato. Sono in lutto. Muovono energia e portano con sé ciò che è qui. Forse vengono visti. A volte. Le posture millenarie della Venere di Willendorf ci dicono qualcosa, insieme ai motivi antropomorfi dipinti dai primi uomini. Il suo corpo ci ricorda i nostri segreti e la nostra magia. Il grembo materno. La vita. Ciò che non si vede, ma che fa scorrere i fiumi del tempo.
Prova aperta
>> h 19.30
Incontro con gli studiosi delle grotte di Onferno e Fumane
prova aperta al termine della residenza di Mia Habib
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