Data / Ora
29 Giugno 2020 - 13 Luglio 2020
Categoria
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di COLLETTIVO INCIAMPO
terza periodo di residenza
per il progetto selezionato da
Chiamata Pubblica
Di nuovo ERetici | percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico
Lo stato e le aspettative dei giovani artisti under 30 dell’Emilia-Romagna – prima edizione
Che cos’è un inganno? Memoria alterata, narrazione, incongruenze temporali, sostituzioni, omissioni. La prima favola che ci raccontano prima di andare a dormire narra di superamenti e lieto fine. Ma che cosa succede se, come in Armida e la realtà (da Le ombre Bianche di Ennio Flaiano) alle favole vengono sostituiti i fatti di cronaca?
Nel tentativo di riempire i vuoti con immagini e situazioni ciascuno di noi mente parlando di sé,avvicinandosi sempre di più alla rappresentazione del proprio io. Partendo da questa specie di inclinazione naturale, il meccanismo dell’autofinzione ci spinge a considerare l’inganno come un atto deliberato anche laddove la memoria è ben stabile.
Già Brodskij scriveva: «La vera storia della coscienza comincia con la prima bugia. La mia prima bugia ebbe a che fare con la mia identità. Niente male come inizio». Nel racconto Meno di uno l’autore narra di quando, all’età di sette anni, parlando con l’impiegata di una biblioteca pubblica per la quale doveva compilare un modulo di iscrizione, dichiara di non conoscere la sua nazionalità. È questa la sua prima bugia. O meglio la prima di cui ha ricordo. Ma anche questa potrebbe essere una menzogna. Lo scrittore racconta che, compiuti i quindici anni, abbandona gli studi per andare a lavorare in fabbrica. L’azione che lo muove è un autoinganno: racconta a se stesso, fino a convincersene, che la sua famiglia ha bisogno del suo lavoro, ma anche questo non è vero. «Era quasi una bugia, ma così sembrava meglio, e ormai avevo imparato ad amare le bugie proprio per questa “quasità” che rende più netti i contorni della verità: dopotutto, la verità finisce dove cominciano le bugie».
Talvolta l’inganno può assumere un’accezione positiva, si fa espressione di libertà, desiderio di dominio dell’uomo sul proprio destino; spesso però questo dominio travalica le frontiere del privato per arrivare al pubblico. Non si tratta più di narrarsi in una maniera diversa da quel che si è ma di plasmare la narrazione altrui nel momento in cui questa entra in contatto con le propaggini del nostro inganno.
Oggi più che mai diventa difficile riconoscere il reale dal fittizio, laddove l’inganno si è evoluto ed è diventato anch’esso social: manipolazione dell’informazione, impossibilità di raccontare la realtà, creazione virtuale di se stessi.
Come ci si comporta quando la realtà pare più falsa e fantasiosa di una menzogna? O quando una bugia viene scambiata per realtà e su di essa ci si costruisce la propria immagine, la propria fama o la propria storia? E qual è la posizione del teatro, luogo precipuo dell’inganno, in questa nuova era e
prospettiva?
Attraverso lo studio ponderato di una vasta bibliografia e l’utilizzo sperimentale dei nuovi media e delle nuove tecnologie si tenterà di condurre lo spettatore nei meandri di un’interrogazione che lo investe in prima persona e che invita all’esercizio del dubbio prima di tutto verso se stessi.
Consolidamento drammaturgico – A partire dal concetto di autofinzione testeremo la drammaturgia intessuta durante i mesi che vanno da ottobre a marzo, per definire una struttura drammaturgica che indaghi l’elemento dell’inganno all’interno dell’autobiografia. Come sostiene Sergio Blanco, ogni persona può mettere in atto un processo di creazione che coinvolge la collettività. Lavoreremo su un’attualità documentaria profondamente ispirata alla realtà in cui viviamo, alle condizioni ambientali e lavorative in cui ci troviamo ma, al tempo stesso, provando a dare un valore aggiunto a quanto viene raccontato. Organizzeremo e daremo forma all’azione fuorviante delle parole, delle immagini e dei gesti con l’intento di mettere in atto un processo di inganno che investa il pubblico.
Tutor: Gerardo Guccini
Prova aperta
prova aperta al termine della residenza
ingresso a contributo libero – prenotazione obbligatoria*
a seguire incontro con la compagnia a cura di Francesca Giuliani
drammaturgia e regia Collettivo Inciampo (Marzio Badalí, Francesca Di Fazio, Fabiola Fidanza, Gianmarco Marabini)
sede organizzativa
via Emilia, 323
47922 - Rimini - Loc. Santa Giustina
telefono/fax 0541.624003
telefono mobile 331.9191041
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sede delle attività
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