LUCIGNOLI

Data / Ora
26 Settembre 2025

Categoria



>> h 21.00
spettacolo della Compagnia Animali Celesti – Teatro d’arte civile

La Compagnia Animali Celesti – Teatro d’arte civile si è aggiudicata il bando Ricerca & Repertorio, promosso dal Ministero della Cultura per l’accessibilità (degli artisti disabili) allo spettacolo dal vivo da parte di artisti con disabilità.

Il progetto prevede la replica di due spettacoli di repertorio e il coinvolgimento di un osservatorio critico e della comunità di Mondaino, Il Pane quotidiano. Moltiplicazione degli sguardi, a cura di Andrea Pocosgnich e Francesca Giuliani

 

Animali Celesti – Teatro d’arte civile
Lucignoli – rituale porno magico sull’inaccessibilità dell’amore
scritto e diretto da Alessandro Garzella
in scena assieme a Francesca Mainetti e Chiara Pistoia
collaborazione artistica di Mario Betti, Horacio e Natasha Czertok, Ornella D’agostino, Satyamo Hernandez
con il sostegno di Ministero della Cultura
in collaborazione con Regione Toscana, Comune di Pisa, ASL Nordovest toscana, Clinica Psichiatrica Università di Pisa
in partenariato artistico con A.E.D.O., Carovana SMI, Teatro Nucleo
prodotto da Animali Celesti – Teatro d’arte civile
opera vincitrice del bando MIC per l’accessibilità degli artisti disabili

 

LUCIGNOLI nasce tra i vissuti di persone in sofferenza conosciute in varie comunità terapeutiche e contesti di emarginazione sociale. L’opera, col suo lettino nero, ceri e brindisi misterici, sottintende una cerimonia funebre: l’omologazione al PORNO SHOW e la conseguente scomparsa della Poesia. I tre protagonisti, parallelamente alle avventure del burattino più famoso al mondo, indegnamente alludono, deridono, amano e soprattutto caducamente cercano la poesia di sé, resi malvagi dalle volgarità, crudeltà e bassezza dell’esistenza umana. Il rito teatrale, nel celebrare luci e ombre del Lucignolo che è in tutti noi, esplora una componente spirituale e misterica: trasmutare verso la parte migliore di sé purificando l’essenza delle persone/figure che partecipano al rito anche attraverso gli atti violenti imposti dai ruoli. Questa trasformazione è un auspicio che, ovviamente, riguarda principalmente gli spettatori a cui l’opera e le figure si rivolgono trasgredendo a uno dei principi basilari del teatro che include persone con disabilità: mai affidare a un diverso il ruolo di un diverso! “Guai!” gracchierebbe il Grillo Parlante! Specie se il protagonista dell’avventura è l’ineguagliabile difformità del burattino di Collodi.

Le vicende di Pinocchio e del suo amico sfigato, in questa nostra visione allucinata, diventano una specie di reality porno show in cui tutte le figure sono corrotte dalla brutalità dei nostri tempi: Lucignolo, un disadattato d’oggi, vittima sacrificale e luciferina, che sottomette la sua sgangherata ribellione per l’impossibilità di liberarsi dallo stigma del cialtrone. Pinocchio, perso tra i fumi del successo e le contraddizioni della poesia, attratto da tutti i Paesi dei Balocchi contemporanei, macchine infernali di un divertimento senza valori, gioie e moralità. In quest’opera anche la Fata Turchina trasgredisce al proprio ruolo, partecipando euforicamente alle volgarità dei nostri tempi, forse per confermare il mistero magico della sua presenza anche in un mondo pornograficamente disastrato. Stavolta però il riscatto finale del ragazzino per bene che nasce dalle ceneri del burattino di legno non potrà compiersi: lo impedisce proprio quella diversità che, indelebile, sta nel corpo e nell’anima di tutti i somari di questo mondo. In quella piccola tribù di diversi, condannata all’asinaggine perenne, fiera della propria differenza rispetto all’ipocrisia di un tempo mummificato dalle violenze e dalle volgarità che viviamo.

 

Garzella e Mainetti svolgono da decenni una ricerca sulla relazione tra teatro e follia in contesti di cura e marginalità sociale: comunità terapeutiche, centri diurni, case famiglia, quartieri e centri sociali. L’opera nasce dai vissuti raccolti in questa esperienza, attraversati dal sentire personale dei protagonisti e dall’esperienza di alterità che Garzella ha vissuto e vive sulla propria pelle fin dalla nascita. Inoltre Garzella insegna come docente esterno di teatro e relazioni interpersonali in contesti di marginalità e disagio presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa. La compagnia è riconosciuta come organismo di primario interesse nazionale dal Mic nell’ambito del teatro di inclusione sociale.

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