End-To-End. Una necessaria struggente straziante illusione di intimità | quotidianacom

Data / Ora
08 Marzo 2021 - 21 Marzo 2021

Luogo
Teatro Il Lavatoio

Santarcangelo di Romagna

Categoria



residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di quotidianacom

progetto di quotidianacom
con Roberto Scappin, Fortunato Stramandiboli, Paola Vannoni
tecniche Roberto Pozzi

Progetto di residenza condiviso da Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale), Santarcangelo dei Teatri

Produzione quotidianacom; coproduzione Kronoteatro; con la collaborazione di L’arboreto – Teatro Dimora, Santarcangelo dei Teatri, Centro Sociale Poggio Torriana; con il sostegno di Regione Emilia-Romagna

 

Attraverso un dispositivo di messaggistica istantanea come WhatsApp, che utilizza la crittografia end-to-end come sistema di comunicazione cifrata nel quale solo le persone che dialogano possono visualizzare i messaggi, la compagnia tenta la scrittura di un’intimità che proprio nel dispositivo si svela, sottratta dall’imbarazzo dello sguardo. Uno sprofondamento nell’interiorità, dove rovinosamente ci si destreggia con ironia, barattando l’angoscia con la condivisione di uno psicofarmaco o di un ecodoppler, con la libertà illusoria di essere cangianti e irreali come un sogno.

End-To-End è una staffetta filosofica svogliata e dissacrante tra due cinquantenni, dialoghi a distanza tra solitudini, disorientamenti, poetiche disillusioni e ironiche frustrazioni, in questi tempi distorti e anomali che, paradossalmente, ci mettono in comunicazione soprattutto con noi stessi. Ma è anche una staffetta dell’umano con lo strumento tecnologico, e sulla capacità di quest’ultimo di contenere e digerire una debordante carica emotiva senza esserne a sua volta coinvolto in un delirante cortocircuito di ruoli. In scena il video riproduce lo strumento che via via si smaterializza e amplifica la dimensione immaginaria; i corpi sono apparizioni, proiezioni di velleità inquiete che si dibattono in un “non essere”, corpi che incarnano e si sovrappongono ai dialoghi, in un intreccio di recalcitranti confessioni, abbandoni e negazioni.

End-To-End è il tentativo di far “brillare”, come una mina inesplosa, la parte più nomade e indisciplinata del pensiero. Con lo sguardo sempre vigile sull’opzione “cancella messaggio”.

 

Roberto Scappin nato a Torino il 4 agosto 1963, dopo un decennio impegnato in produzioni tra gli altri con il Gruppo della Rocca e il Teatro degli Incamminati, mette in discussione il teatro di tradizione da cui proviene. Dopo la frattura dalla professione e dal territorio torna a dedicarsi al teatro da un’altra prospettiva, ricostruendo un percorso sulle basi di un ideale artistico chiaro e scomodo: sollecitare una riflessione sui temi che, da sempre, scatenano divisioni: amore, religione, potere.
Paola Vannoni nata a Rimini il 5 luglio 1962, fonda le sue basi artistiche prevalentemente sulla scrittura che approfondisce attraverso corsi di drammaturgia, sceneggiatura, scrittura comica.
Il passaggio al teatro avviene dall’incontro con Marco Baliani nelle “Antigoni della terra” (Bologna, 1992), a cui partecipa nel gruppo dei danzatori. Un’esperienza di teatro politico che connoterà il suo futuro percorso, mai disgiunto da una chiara consapevolezza della responsabilità dell’arte.
La compagnia
Roberto Scappin e Paola Vannoni fondano nel 2003 a Rimini quotidianacom
La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi.
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente- esercizi di condizione umana, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica. 
Il Primo episodio della Trilogia, Tragedia tutta esteriore, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna. Completano la Trilogia Sembra ma non soffro (2010) e Grattati e vinci (2012). I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino.
Una forte motivazione politica è alla base del loro teatro, unitamente alla ricerca di un personale linguaggio che vuole riflettere lo sgomento di come siamo, affrontare le cose da un punto di vista scomodo. Gli elementi della spiritualità, dell’ironia, sono fondamentali per offrire altri registri di senso. 
Vannoni e Scappin lavorano sul linguaggio facendo del meccanismo dialogico, quello sinteticamente indicato come Q/A, una cifra stilistica, tra folgoranti battute e siparietti surreali intinti nel curaro, o incongrui al limite dell’assurdo. 
Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione (Sembra ma non soffro, L’anarchico non è fotogenico e il debutto di Il racconto delle cose mai accadute).

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