Data / Ora
31 Luglio 2019
ore: 21:00
Categoria
Prova aperta
apertura pubblica del laboratorio finalizzato alla realizzazione di EKPHRASIS
nell’ambito del progetto di creazione ELP
ingresso a contributo libero
a seguire incontro con la coreografa a cura di Francesca Giuliani e piccolo convivio
concept Paola Bianchi
musica dal vivo Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
con Barbara Carulli, Chiara Andreoni, Chiara Marolla, Elisa Quadrana, Elena Salierno, Francesca Bertolini, Jessica Demasi, Lorenzo De Simone, Martina Delprete, Paola Fontana, Sara Capanna
staff scientifico Laura Gemini, Giovanni Boccia Artieri, Anna Paola Lovisolo, Alessandro Pontremoli
tutor Roberta Nicolai, Raimondo Guarino
sguardo esterno Ivan Fantini
residenze nell’ambito del progetto residenze coreografiche Lavanderia a Vapore, Teatro G. Villa, L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna, San Clemente – Città Teatro
prodotto da PinDoc onlus; coprodotto da Agar, Teatri di Vetro, Teatro Akropolis; con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro) con il contributo di Mibact, Regione Sicilia
“Nella retorica antica il procedimento descrittivo dell’ekphrasis era una competizione tra linguaggi, ma anche una competizione tra tecnici della comunicazione. L’oratore invitava gli ascoltatori a ricreare nella mente, ascoltando il suo discorso, un’azione immaginata o un’opera d’arte, per affermare la potenza della parola. In qualche caso sfidava immagini visibili e invitava il pubblico a chiudere e riaprire gli occhi per paragonare la potenza descrittiva del discorso verbale all’efficacia della composizione figurativa.” (Raimondo Guarino)
Parti dell’audiodramma coreografico verranno “consegnate” a giovani danzatrici e danzatori professionisti – individuati tramite call pubblica – che incarneranno le posture e le azioni generando una nuova struttura coreografica individuale e collettiva le cui direzioni spaziali e variazioni verranno indagate sotto la mia supervisione. L’indagine verte a generare uno spettacolo con una modalità di creazione che esclude il corpo del maestro come veicolo di trasmissione del movimento. La genesi di EKPHRASIS sta a sottolineare la funzione della descrizione dell’opera sull’incarnazione personale di chi ascolta; un processo che nasce dal mio corpo ma prende forma nel corpo di chi ascolta il mio corpo in movimento.
Si prevede il coinvolgimento di 5 giovani danzatrici e danzatori.
Ethos inteso come “modo di essere”, un “come”.
Logos è formato dalla radice indoeuropea leg il cui significato originario è raccogliere. Lo intendo qui con il suo duplice senso di parola e ascolto.
Pathos come forza emotiva.
Queste tre entità senza corpo saranno la guida aesthetica (che si avvale dell’uso dei sensi) per un progetto che vede il corpo come estremo protagonista anche nella sua assenza.
Come posso creare una coreografia senza corpo che generi una incorporazione del movimento in chi ascolta? Cosa genera la descrizione verbale di una coreografia nel corpo di chi ascolta? E se quella descrizione viene incarnata, quale movimento viene generato?
Distinguo incorporare (ricevere, assorbire) da incarnare (far entrare nella carne) dove il primo è il risultato di un processo immaginifico nel corpo di chi ascolta – processo che non prevede un movimento del corpo -, l’altro è l’azione corporea che risulta dall’agire il movimento.
Dagli esperimenti compiuti in questi anni ho imparato che la descrizione di una postura o di un movimento, per quanto precisa e meticolosa, genera sempre un’interpretazione personale e singolare del movimento, sia quando questo viene incarnato sia quando viene incorporato attraverso una modalità di puro ascolto. L’ascolto del movimento può portare a una visione del proprio corpo in movimento attraverso una sorta di immaginazione muscolare (io che ascolto divento il corpo descritto in voce, ne incorporo il movimento attraverso la mia immaginazione).
L’incarnazione della descrizione di un movimento genera una personale e unica interpretazione legata alla capacità di ascolto, alle potenzialità e alla forma del corpo che agisce. Questo processo di messa in moto del corpo risulta essere un veicolo di attivazione della creatività individuale e provoca una modalità di ricerca sulla qualità del movimento senza un modello prestabilito da seguire – l’imitazione cede il passo all’interpretazione. Eliminando il corpo del maestro come modello da seguire e imitare si attiva un sistema di ricerca unico per ogni corpo.
Da qualche anno la mia ricerca si è concentrata sulla parola an-emozionale come mezzo di “visione incorporata” e di “trasmissione/enazione” della danza. La dicotomia trasmissione/enazione, all’apparenza un ossimoro, sarà lo spunto per approfondire il duplice senso del progetto; attraverso la trasmissione di segnali vocali perturbativi per l’uditore, la coreografia viene incorporata o incarnata dall’uditore stesso per mezzo di un processo enattivo che esclude quindi la trasmissione in senso stretto.
Il progetto ELP è l’occasione per indagare a fondo la relazione tra parola an-emozionale e movimento coreografico. Per parola an-emozionale intendo una parola che non porta in sé emozioni nella voce di chi parla (interpretazione priva di modulazioni emotivo-sentimentali) e allo stesso tempo non descrive emozioni. Proprio grazie all’assenza di emozione questa stessa parola può e “deve” a sua volta creare emozione.
Breve sequenza di parole an-emozionali:
“Sono in piedi, ho le braccia lungo i fianchi, i piedi paralleli. Le braccia si alzano piegate, la destra più indietro della sinistra, la testa guarda in alto, la parte alta della schiena è arcuata. Ritorno nella posizione di partenza con le braccia lungo i fianchi, i piedi paralleli.”
Questo semplice movimento viene interpretato in modi diversi, tanti quante sono le persone che lo incarnano. Allo stesso tempo però l’estrema somiglianza delle varie posture racchiude in sé un’interessante aderenza oggettiva nel passaggio tra le esperienze dei corpi, un metodo che, eludendo il corpo del maestro come modello da imitare, paradossalmente ne acuisce la consonanza aprendo le porte al senso del movimento stesso.
Due aspetti risultano particolarmente necessari di indagine: da un lato l’effetto della parola descrittiva del movimento coreografico sul corpo di chi da spettatore diventa uditore della coreografia, dall’altro l’incarnazione e quindi l’interpretazione del movimento descritto in danzatori e in non professionisti.
Il progetto ELP si avvale dell’apporto scientifico dei sociologi della comunicazione Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri, della psicologa Anna Paola Lovisolo e dello storico della danza Alessandro Pontremoli. La scelta di queste discipline nasce dal desiderio di indagare a fondo il tema analizzandolo da diversi punti di vista.
ELP | dance project
Molto spesso l’elaborazione di una coreografia e soprattutto la metodologia utilizzata rimangono nascoste nelle pieghe dei dispositivi utilizzati senza condivisione collettiva. La creazione del blog ELP | dance project dedicato al progetto ELP intende aprire le porte a nuovi scambi e relazioni con coreografe/i, danzatrici e danzatori anche geograficamente lontani bypassando uno dei fondamenti della trasmissione/enazione del sapere coreografico, ovvero la visione.
https://elpdance.blogspot.com/
Residenza creativa
residenza creativa residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo progetto di Paola Bianchi
Progetto di residenza condiviso da: Lavanderia a Vapore Centro di Residenza per la danza regione Piemonte – progetto residenze coreografiche; L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), Città Teatro – Teatro G. Villa, San Clemente
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