Data / Ora
16 Aprile 2018 - 30 Aprile 2018
Categoria
residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Alessandro Sciarroni
di Alessandro Sciarroni
con Massimiliano Balduzzi, Gianmaria Borzillo, Marta Ciappina, Jordan Deschamps, Pere Jou, Benjamin Kahn, Leon Maric, Francesco Marilungo, Cian Mc Conn, Roberta Racis, Matteo Ramponi
“Tuttavia nel riso c’è qualcosa di estetico, poiché il comico nasce nel preciso istante in cui la società e la persona, libere dalla cura per la propria conservazione, cominciano a trattare se stesse come opere d’arte.”
HENRI BERGSON, Il riso, 1900“Quando dico: “il clown”, penso all’Augusto. Le due figure sono, infatti, il clown bianco e l’Augusto. Il primo è l’eleganza, la grazia, l’armonia, l’intelligenza, la lucidità, che si propongono moralisticamente come le situazioni ideali, le uniche, le divinità indiscutibili. Allora l’Augusto, che subirebbe il fascino di queste perfezioni se non fossero ostentate con tanto rigore, si rivolta. Egli vede che le ‘paillettes’ sono splendenti; però la spocchia con cui esse si propongono le rende irraggiungibili. L’Augusto è il bambino che si caca sotto, che si ribella a una simile perfezione; si ubriaca, si rotola per terra e anima una contestazione perpetua. Questa è, dunque, la lotta tra il culto superbo della ragione (che giunge a un estetismo proposto con prepotenza) e l’istinto, la libertà dell’istinto. Il clown bianco e l’Augusto sono la maestra e il bambino, la madre e il figlio monello; si potrebbe dire, infine: l’angelo con la spada fiammeggiante e il peccatore”.
(Federico Fellini, Fare un film, Einaudi, Torino, 1980, p. 117)
Nel 2015 Alessandro Sciarroni viene invitato a partecipare al progetto europeo di ricerca Performing Gender, con il fine di sviluppare riflessioni sul gender e sulle differenze di orientamento sessuale. Per l’occasione l’artista presenta una performance nella torre affrescata da Sol Levitt all’interno del Bonnefantenmuseum, intitolata Frankenstein. Per due ore, 10 adolescenti senza esperienza alle spalle semplicemente ridono, cercando di organizzare il tempo e lo spazio della loro azione come in una coreografia, ma anche di mantenere la “naturalità” e gli aspetti più spontanei del riso.
Nel giugno 2017 Sciarroni viene invitato dal Centre National de la danse di Pantin a tenere un workshop di due settimane all’interno del progetto Camping. Il laboratorio nasce in collaborazione con l’Ircam, l’importante Istituto di ricerca e coordinamento acustico/musicale. L’artista lavorerà con 18 danzatori (di cui alcuni professionisti, altri studenti) e quattro compositori contemporanei. Sciarroni decide di ripartire dai materiali di lavoro usati per il progetto Performing Gender, e per l’occasione sceglie di intitolare la ricerca AUGUSTO. La collaborazione tra danzatori e compositori si rivela molto fruttuosa. I quattro musicisti decidono di collaborare ad un progetto sonoro comune, nel quale, attraverso l’uso delle tecnologie digitali messe a disposizione dall’Ircam, e guidati dal maestro Jean Lochard, lavoreranno alla manipolazione dei suoni prodotti dai performer in scena in tempo reale. Lo studio si compone di due sequenze. Nella prima i performer, attraverso l’uso della voce, lavorano alla creazione di uno spazio acustico connotato da una forte vibrazione sonora. Gli esercizi musicali e vocali messi in atto dal coreografo e nati dalla collaborazione con i musicisti creano un’atmosfera densa di riverberi, ipnotica, in grado di muovere alcuni spettatori fino alle lacrime. Nella seconda sequenza la pienezza dell’uso della voce dei performer esplora l’azione della risata: dapprima con l’effetto di diventare “contagiosa” per la squadra dei performer e per il pubblico, in seguito trasformata in vibrazione fisica, baccanale estatico, ossessiva ricerca di uno stato euforico.
Dopo aver terminato il progetto Turning, sull’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse (con la versione per il Balletto dell’Opera di Lione e quella performata da solista dall’artista stesso), Sciarroni apre una nuova ricerca sull’uso della voce in scena e su come trasformare quest’elemento sonoro in corpo. Come in altri lavori il tempo della performance va alla ricerca di una dimensione temporale dilatata. Il suono emesso dai corpi e manipolato dai compositori lega lo spazio del performer a quello dello spettatore e concede la possibilità di collocarsi nel momento e nel luogo presente. Il pubblico viene invitato ad intraprendere un viaggio, nel quale la nuova dimensione temporale concede inaspettate epifanie: l’apparizione dell’umano.
Prova aperta
Alessandro Sciarroni
Prova aperta – ingresso libero
di Alessandro Sciarroni
con (9 performers in alternanza) Massimiliano Balduzzi, Gianmaria Borzillo, Marta Ciappina, Jordan Deschamps, Pere Jou, Benjamin Kahn, Leon Maric, Francesco Marilungo, Cian Mc Conn, Roberta Racis, Matteo Ramponi
sede organizzativa
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