Il tempo è sempre stato il pensiero strutturante del nostro lavoro sulla progettazione di percorsi di ricerca, formazione e creazione.
È il pensiero originario che si è insinuato fra di noi, per cercarci e per trovarci.
È la disarmante possibilità che ci è stata offerta, dai luoghi aperti e gli spazi ampi. Per fermarci qui consapevoli di non essere in difetto solo perché stanziali, o anacronistici solo perché amanti della lentezza.
Convinti assertori che la creatività e i suoi gesti sapienti, l’arte e la cura di cui necessità hanno bisogno di tempi lunghi per svilupparsi, crescere e poi eventualmente germogliare.
Luoghi dove sia anche possibile perdersi nella lentezza e nella bellezza della ricerca, nel tempo unico e personale dell’apprendimento, senza raccogliere nulla, per il momento.
Per imparare e per sbagliare.
Perché il laboratorio, possibilità della mente e del corpo, è anche un luogo dove un’economia ristretta cerca di trovare si lo spazio e il clima, ma anche e soprattutto il tempo per approfondire la propria ricerca.
Questi pensieri ci hanno portato a costruire assieme agli altri, artisti, maestri e allievi progetti che si concedessero un tempo comodo e necessario per maturare.