Data / Ora
15 Maggio 2017 - 25 Maggio 2017
Categoria
residenza creativa per la produzione del nuovo spettacolo di Gemma Carbone
di e con Gemma Carbone
scritto da Giancarlo De Cataldo
coproduzione Cantieri Teatrali Koreja e N A P R A W S K I
con il supporto di ABF, L’arboreto – Teatro Dimora, Armunia Centro di Residenza Artistica Castiglioncello – Festival Inequilibrio e Residenza IDRA
assistenti alla regia Giulia Maria Falzea e Riccardo Festa
musiche di Harriett Ohlsson
Questo spettacolo è un monologo. Questo monologo è un giallo.
In particolare è un giallo svedese: c’è la neve, le giornate in cui non sorge mai il sole, un omicidio violento, un complotto politico.
In questo spettacolo tutti i personaggi sono biondi e molto alti. Alcuni molto ricchi e importanti, altri soli e disperati. Nessuno è felice.
Il più infelice di tutti è O.P. che poi è anche la vittima. Di O.P. sappiamo tutto: chi era, cosa ha fatto, cosa pensava – persino come si muovevano le sue gambe quando andava a correre nei boschi vicino alla sua bella casa di Stoccolma. Quello che non sappiamo è l’identità del suo assassino, l’arma con cui è stato ucciso e, soprattutto, sopra ogni altra memoria o elucubrazione, perché.
GUL significa giallo in svedese. Questa storia coniuga due elementi che ritengo, benché a prima vista distanti, mutuamente pertinenti: il primo è il genere, il giallo, appunto; il secondo è uno degli eventi più traumatici della storia contemporanea europea: l’omicidio del premier svedese Olof Palme.
L’omicidio di Olof Palme è un cold case per eccellenza.
Oggi quello che ci rimane della sua vita non è altro che una storia densa di complotti e interessi politici, un lutto nazionale, un assassino mai arrestato.
Segreti, social-democrazia e sangue.
“La collaborazione con una delle più prestigiose firme italiane, Giancarlo De Cataldo, è la sfida drammaturgica che mi sono voluta porre. Considero questa sfida anche un lusso: non solo per la preziosa prospettiva dell’autore e per la sua scrittura, apprezzata in tutto il mondo, ma soprattutto per la possibilità di lavorare a stretto contatto, senza mediazione, con il genere. Lavorare con un giallista significa penetrare nel mondo del genere, scendere a compromessi teatralmente ignoti, conoscere tempi e ritmi di narrazione specifici, abbandonare un plot drammatico per cercarne uno scenico.” Gemma Carbone