Data / Ora
25 Novembre 2014 - 30 Novembre 2014
Entrata libera
Categoria
residenza creativa per la produzione del nuovo spettacolo di Silvia Mai, Enrico Fabris, Enrico Malatesta
Ciò che resta del fuoco vuole ponderare l’esperienza del tempo: la continuità di qualcosa che in atto o in assenza (di atto) “avviene” e la reciprocità di diversi modi di agire (e di essere) che abitano lo stesso luogo. Considero altrettanto fondante dell’esperienza umana il rapporto con lo spazio e ciò che esso comprende. Così è anche nella creazione; esso informa la danza. Questo ponderare sullo spazio e sul tempo dell’atto performativo mi invita a ripensare la scrittura dell’opera, la sua forma, le sue esigenze tecniche. Cos’è veramente necessario scrivere, formalizzare e come.
Rifletto: più che a replicare un’opera, trasformando e riempiendo lo spazio di un proprio pensiero, abitare un luogo, accogliendone le specificità e le asperità entrando con esso in intimo dialogo e facendo spazio, allargare il pensiero. Comprendere il luogo.
In questo senso anche la tecnica deve necessariamente modificarsi e penso anche a semplificarsi a favore di una strada che rispetti questo reciproco informarsi, interrogarsi, vivificarsi tra luogo e performance.
Da questo punto di vista un luogo non è migliore di un altro per danzare.
Durante questo periodo di residenza, approfittando della possibilità di tornare all’Arboreto, vorrei permettere un periodo di studio più approfondito per ognuna delle persone coinvolte. Se prima il lavoro ha avuto la necessità di sperimentare diversi spazi, per entrare in contatto con l’immediato e il nuovo, e a cercare un punto di incontro e di intesa tra le persone, questo momento del “ritorno” ha un significato più intimo e solitario perché radicato nella memoria di un’esperienza precedente. Il teatro ci ritrova dopo un anno a riprocessare il lavoro, e l’esperienza può spingersi oltre, appellandosi a un prima, e a guardare nel proprio percorso un anno di vita. In questa prospettiva, mi sembra buona l’occasione per chiamare a invito alcuni preziosi sguardi esterni, e penso a Raffaella Giordano e Silvia Rampelli, il cui lavoro accorto e preciso ha il dono di illuminare un processo di conoscenza ed esperienza personale. (Silvia Mai)
ideazione e movimento Silvia Mai;
luce Enrico Fabris;
suono Enrico Malatesta
occhio esterno Valeria Mai
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